Fan.Eco: problemi e soluzioni
PROGETTO FAN.ECO
SMALTIMENTO EFFICIENTE
DEI FANGHI DI DEPURAZIONE
Soluzione efficiente e conveniente dal punto di vista energetico per gestire i fanghi prodotti dalle piccole aziende municipalizzate.

La situazione attuale
L’attuazione della Direttiva Europea Quadro sulle acque – compresa, fra le altre la Direttiva per il trattamento delle Acque Reflue Urbane 91/271/EEC e la Direttiva Fanghi 86/278/EEC – migliorando la qualità generale e la gestione delle risorse idriche nell’Unione, ha portato ad una situazione complessa nella quale, oggi, tra i 26 stati membri vengono prodotti annualmente 10 milioni di tonnellate di fanghi di depurazione. In particolare, i piccoli impianti di trattamento delle acque reflue (ad. Es. impianti di depurazione di popolazione equivalente inferiore a 10.000), che rappresentano più del 60% degli impianti in Europa, devono fare i conti non solo con le legislazioni europee e nazionali sempre più stringenti, ma anche con la mancanza di infrastrutture e limitate possibilità di smaltimento dei fanghi, dal momento che lo smaltimento in discarica non è consentito nella maggior parte dei paesi membri e sarà presto completamente vietato.
Oltre alla primaria necessità rappresentata da una corretta gestione di smaltimento dei reflui da depurazione civile e industriale, dove la concomitanza della chiusura progressiva delle discariche, imposta dall’Unione Europea, le sentenze di vari Tribunali Regionali che hanno vietato la pratica dello spandimento su terreni agricoli, oltre, alla scarsità, inadeguatezza, obsolescenza e antieconomicità degli attuali impianti di smaltimento (termovalorizzatori, essiccatori), hanno dato luogo vere e proprie situazioni emergenziali.
Quando l’Italia avrà costruito e messo in funzione i depuratori mancanti, circa 4,4 milioni di tonnellate di fanghi di depurazione, dovranno essere gestite in Italia ogni anno. In Italia risultano in esercizio oltre 18mila impianti di depurazione delle acque reflue urbane, un numero che, pur in aumento, non è tuttavia sufficiente a soddisfare i fabbisogni della popolazione. Infatti, ancora oggi, 1,6 milioni di cittadini vive in aree prive di depuratori.
Come smaltiamo oggi

Discarica
L’indirizzo europeo scoraggia lo smaltimento in discarica per qualsiasi tipo di rifiuto, per le criticità che caratterizzano tale tipologia di smaltimento, ormai superato.

Incenerimento
L’impatto ambientale, dovuto alle emissioni, è notevole. Inoltre gli impianti sono pochi e costruire nuovi impianti è complicato, per tempistiche e problemi di accettazione sociale.

Spandimento su terreni agricoli
Problematiche ambientali importanti associate all’inquinamento dei suoli, delle falde acquifere e delle colture.

Essicamento
Le problematiche sono essenzialmente due: gli enormi costi energetici e la necessità di ulteriori trattamenti a valle.

Illegale
Spesso i fanghi vengono smaltiti illegalmente, comportando danni ingenti all’ambiente e mettendo in pericolo la sicurezza e la salute di uomini e animali.
La soluzione di Quantion Environment
FAN.ECO
Impianto di decomposizione chimica accelerata.
L’innovativo processo che abbiamo sviluppato, è in grado di sterilizzare, di ridurre il peso e la volumetria dei fanghi trattati, di ottenere come risultato finale un 10/15% del peso in ingresso all’impianto dei fanghi trasformato in char (carbone, che se caratterizzato potrebbe avere la qualifica di Biochar) e un 70% sempre del peso in ingresso in acqua depurata per scopi irrigui.
Il tutto in un'ottica di sostenibilità sia ambientale, sia economico- finanziaria.
Infatti tale processo si autosostiene, nel caso in cui il fango in ingresso abbia un tenore di umidità non superiore al 75% e un potere calorifero non inferiore a 4.000 kcal/kg.ss, il bilancio energetico è neutro.

Benefici ambientali
Nessuna emissione
Durante il processo di disgregazione molecolare non vi sono emissioni in atmosfera in quanto si tratta di un processo di trasformazione realizzato in ambiente chiuso.
Il Syngas prodotto rappresenta l'elemento base che permette di mantenere neutro il computo energetico del sistema, fornendo attraverso la sua combustione sia l'energia termica richiesta dalla reazione endotermica di cracking molecolare che quella necessaria alla disidratazione preliminare della materia umida in ingresso al sistema.
Il Syngas che alimenta il bruciatore ha caratteristiche del tutto similari a quelle del gas metano o altro gas naturale correntemente usato nelle applicazioni industriali e civili, e va in macchinari ed impianti omologati secondo le normative europee, e quindi in grado di rispettare per le emissioni i parametri previsti dalla vigente normativa.
No Ceneri
La disgregazione molecolare, oltre che il Syngas, determina la fuoriuscita di un residuo solido, costituito essenzialmente da sali minerali, metalli, ecc., cioè l'inorganico presente nel materiale alimentato, ed in parte da carbone residuale.
No diossine
L'ambiente interno al reattore è estremamente avverso alla formazione di diossine. Le diossine si formano come combinazione tra componenti organici con anelli aromatici e cloro in ambiente ossidante; nella camera del dispositivo, l'ambiente è povero di ossigeno e ricco di idrogeno dal quale il cloro, eventualmente presente, viene sequestrato dando origine alla formazione di acido cloridrico (HCI).
Ossidi azoto
L'ambiente interno al reattore dove si trattano i fanghi è molto sfavorevole alla formazione degli Ossidi di Azoto (NOx), in quanto nella camera del dispositivo l'ambiente è povero di ossigeno ed è noto che gli Ossidi di Azoto provengono in buona parte dalla combinazione dell'azoto che si trova nell'aria con l'ossigeno. Anche le condizioni di combustione del syngas sono limitanti nella produzione di questi contaminanti.
Polveri
Il processo di decomposizione all'interno del tamburo è un processo molto lento, all'interno del quale non vi è né materiale in movimento né fiamme che possano produrre le turbolenze necessarie alla generazione e al trascinamento di prodotti polverulenti.
Metalli
Le basse temperature del processo non sono tali da permettere l'evaporazione di metalli basso bollenti. La gran parte dei metalli a 400°/500°C non raggiungono neppure il loro punto di fusione rimanendo praticamente inalterati durante il processo.
Nessuno spandimento sui terreni
Le deiezioni vengono completamente trattate e valorizzate nell’impianto e, pertanto, non ci sarà più bisogno di spanderle sui terreni.