SMALTIMENTO

Trattamento pollina

La pollina è un concime organico ottenuto dal riciclaggio per trattamento industriale delle deiezioni degli allevamenti avicoli. Per le sue caratteristiche chimiche, funzionalmente si colloca in una posizione intermedia fra i fertilizzanti organici e i concimi chimici. Si hanno due categorie di effluenti: la pollina da ovaiole e la lettiera di avicoli da carne.

Le matrici organiche residuali utilizzate come materia prima di alimentazione dell’impianto di produzione di energia elettrica e termica, tramite un processo pirolitico, sono caratterizzate dai seguenti parametri:

  • Percentuale di umidità
  • Potere calorifico inferiore del campione della matrice utilizzata
  • Contenuto percentuale di sostanza organica.

L’uso diretto della pollina in campo può avere effetti fitotossici, ma soprattutto si presenta problematico per l’incremento di salinità nel suolo subito dopo una somministrazione. L’elevato tenore in azoto di tipo minerale (ureico e ammoniacale) fa sì che questo materiale organico abbia più le prerogative di un concime. Infatti la pollina è soggetta ad una veloce mineralizzazione che, in caso di cospicue somministrazioni, incrementa la concentrazione della soluzione circolante e, di conseguenza, la salinità del terreno.

L’uso della pollina in campo agronomico differisce quindi marcatamente da quello degli altri fertilizzanti organici e s’inquadra nelle seguenti linee generali:

  • Somministrazione a basse dosi, di poco superiori a quelle adottate in genere per una concimazione di fondo con concimi chimici
  • Somministrazione a distanza relativamente breve dalla semina, orientativamente in corrispondenza delle lavorazioni complementari.

L’uso della pollina in campo agronomico differisce quindi marcatamente da quello degli altri fertilizzanti organici e s’inquadra nelle seguenti linee generali:

  • somministrazione a basse dosi, di poco superiori a quelle adottate in genere per una concimazione di fondo con concimi chimici
  • somministrazione a distanza relativamente breve dalla semina, orientativamente in corrispondenza delle lavorazioni complementari.
Il trattamento industriale della pollina è necessario per abbattere l’umidità e trasformare il prodotto in un formulato di facile manipolazione.

L’essiccazione si attua per riscaldamento rapido ad alta temperatura o lento a bassa temperatura, allo scopo di portare l’umidità a valori dell’ordine del 10-15%.

La pollina viene trattata per compostaggio in grandi impianti chiusi per evitare l’emissione di cattivi odori. La maturazione della pollina per via biologica richiede dai 6 agli 8 mesi.

La valorizzazione energetica della frazione organica trattata contribuisce alla riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra e i dati ci consentono di effettuare una prima valutazione tecnico-economica del processo pirolitico. Ulteriori analisi dovranno essere condotte al fine di conoscere l’esatta composizione di tale frazione organica in modo da determinare il syngas (gas combustibile costituito principalmente da idrogeno ed ossido di carbonio con piccole percentuali di metano, etano e propano) ed il char (residuo carbonioso ed inerte) prodotti.

La frazione organica di alimentazione è caratterizzata dalla presenza di carbonio e idrogeno, che sono gli elementi che forniscono il potere calorifico al gas pirolitico prodotto.

Con i dati reperibili, si può affermare che un impianto di pirolisi con reattore rotante, ed annesso impianto di sfruttamento del gas pirolitico, avrà un rendimento non inferiore al 60% per quanto riguarda il processo di produzione del gas pirolitico a partire dalla materia prima, e non inferiore al 33% per quanto concerne la conversione del gas pirolitico in energia elettrica.